martedì 4 ottobre 2011

Monsieur Hemingway

Tempo fa il Dalai Lama, intervistato, disse di non leggere romanzi in quanto finzioni. Nulla da eccepire anche se qualche piccola eccezione ogni tanto è lecito prendersela. E fra queste trasgressioni letterarie, per quanto mi riguarda, non può certo mancare il vecchio Hemingway. Ma, a ben vedere, leggere Hemingway non implica una vera e propria trasgressione alla suddetta regola aurea. In Morte nel pomeriggio potrete infatti trovare questa sua riflessione, vero e proprio manifesto della sua arte narrativa:


“Quando scrive un romanzo, uno scrittore dovrebbe creare gente viva; gente, non personaggi. Un personaggio è una caricatura. Se uno scrittore riesce a far vivere della gente, può darsi che non ci siano nel suo libro grandi personaggi, ma è possibile che il suo libro rimanga come un insieme; come un’entità; come un romanzo. Per buona che sia una frase o una similitudine, se la mette dove non è assolutamente necessaria e insostituibile rovina il suo lavoro per egotismo. La prosa è architettura, non decorazione d’interni, e il Barocco è finito. Che uno scrittore metta le proprie meditazioni intellettuali che potrebbe vendere a basso prezzo come saggi, in bocca a personaggi costruiti artificialmente che sono più rimunerativi se presentati in un romanzo come persone, questo è forse un buon principio economico, ma non costituisce letteratura. Gente, non personaggi costruiti abilmente, devono uscire in un romanzo dall’esperienza assimilata dello scrittore, dalla sua cultura, dalla sua testa, dal suo cuore e da tutto lui stesso”.

Proseguiamo nell’universo Hemingway accennando adesso alla sua filosofia. Facciamoci però accompagnare anche da Fernanda Pivano, storica traduttrice e curatrice dei suoi romanzi, oltre che amica personale dello scrittore americano. E’ anche un modo per ricordare una figura di spicco del panorama intellettuale italiano che ci ha da poco lasciati.

“Hemingway è stato uno scrittore tragico, un inimitabile cantore del rapporto tra uomo e donna e della sua disintegrazione in un destino senza via d’uscita. Che gli amanti si chiamassero Brett e Jake o Catherine e Frederick o Harry e Marie non cambiava il loro destino che restava senza speranza davanti allo spettro della morte, eterna protagonista di tutti i suoi libri.
L’unica speranza, l’unico spiraglio che permetta di vivere almeno con dignità il breve periodo concesso dal destino prima della fine è l’integrità, che per Hemingway vuol dire coraggio, vuol dire dignità, vuol dire onestà: vuol dire quella “grace under pressure” che lo ha guidato in tutta la vita fino all’alba segreta in cui silenziosamente, discretamente, umilmente si dichiarò sconfitto e si tolse la vita”.
(Dalla prefazione di Hemingway- vol.1; i Meridiani; Mondadori)

“Le donne – ci dice Hem in Fiesta, il sole sorgerà ancora - possono essere amiche meravigliose. Assolutamente meravigliose. Ma prima di tutto, perché l’amicizia abbia una base, bisogna che di una donna tu sia innamorato. Io avevo Brett come amica. Non avevo mai pensato al suo punto di vista. Ottenevo qualcosa per niente. Ma questo ritardava soltanto la presentazione del conto. Il conto arrivava sempre. Era una delle cose meravigliose su cui potevi contare.
Pensai di aver già pagato tutto. Non come paga e paga e paga una donna. Nessuna idea di giusta punizione o di castigo. Un mero scambio di valori. Tu davi qualcosa e ricevevi qualcos’altro. O lavoravi per qualcosa. In un modo o nell’altro pagavi per tutto quello che ti capitava di buono. Io avevo pagato la mia parte per un sufficiente numero di cose che mi piacevano, e di conseguenza me l’ero passata bene. O pagavi imparando con l’esperienza o correndo rischi o con i soldi. Godersi la vita significava imparare a spendere bene i propri soldi e sapere quando ci si era riusciti. Potevi sempre spendere bene i tuoi soldi. Il mondo era un buon posto per fare acquisti. Sembrava una bella filosofia. Fra cinque anni, pensai, sembrerà stupida come tutte le altre belle filosofie che ho avuto.
Ma forse non era vero. Forse, man mano che andavi avanti, imparavi realmente qualcosa. Non m’importava che cosa fosse il mondo. Volevo soltanto sapere come viverci. Forse, se scoprivi come viverci, imparavi anche che cos’era”.


Vi lascio come di consueto con una chicca: un breve racconto contenuto in una raccolta praticamente introvabile intitolata Uomini senza donne, trovato “al prezzo di Lire duecentoventi”. Dio benedica i mercatini di libri usati!

Una storia banale

E così egli mangiò un’arancia sputandone lentamente i semi. Fuori, la neve si trasformava in pioggia. All’interno, la stufa elettrica sembrava non dare alcun calore, ed egli, alzatosi dallo scrittoio, si sedette accanto alla stufa. Che benessere! In questo, alla fine, consisteva la vita.
Prese un’altra arancia. Lontano, a Parigi, Mascart aveva messo K.O. Danny Frush, peso piuma, al secondo round. Più lontano ancora, in Mesopotamia, c’erano ventun piedi di neve. Nell’altro emisfero, nella lontana Australia, giocatori inglesi di cricket stavano sollevando i bastoni. Lì c’era Romance. Mecenati delle arti e delle lettere avevano fondato il Forum, egli lesse. Questo era una guida, un consigliere, un amico degli intellettuali.
Vi piaceranno questi racconti americani, d’un calore nostrano, visioni di vita reale in aperto Ranch, in grandi tenute, o in case accoglienti, il tutto pervaso da un sano umorismo.
Dovrò leggerle, si disse.
E proseguì. Che ne sarà dei figli dei nostri figli? Chi rimarrà di loro? Nuovi mezzi dovranno essere scoperti per darci una casa al sole. Tutto ciò sarà raggiunto con la pace o con la guerra?
O dovremo emigrare tutti al Canadà?
Sconvolgerà la scienza le nostre più profonde convinzioni? La nostra civiltà è forse inferiore alle antiche?
E frattanto nelle lontane Jungle dello Yucatan risuonava il rumore delle scuri di tagliatori di gomma.
Vogliamo avere degli uomini forti o degli uomini colti?
E quali problemi avranno da risolvere le nostre figliole? Nancy Hawthorne è costretta a sbrigarsela da sola nel mare della vita. Essa risolve tutti i problemi di una ragazza di diciotto anni con sveglia sensibilità.
Era proprio un magnifico opuscolo.
I pittori e i poeti moderni sono Artisti? Si e no.
Prendi Picasso.
Ci sono delle regole di vita a cui attenersi? Azzardatevi a mandarci la vostra opinione, di grazia.
Lì c’era Romance dappertutto. Gli scrittori del Forum erano acuti, pieni di humor e di arguzie. Ma non tentavano d’essere caustici, né erano contorti. Vivevano animati dall’intelligenza, sostenuti da nuove idee, pervasi di fatti straordinari.
Posò l’opuscolo.
E frattanto, sdraiato in un letto nella semioscurità di una camera a Triana, Manuel Garcia Maera giaceva con un tubo in ciascun polmone, soffocava di pneumonia. Tutti i giornali dell’Andalusia uscirono in edizione speciale per la sua morte che si aspettava da parecchi giorni. Uomini e ragazzi compravano grandi fotografie a colori di lui per ricordo e, finite le fotografie, si vendevano le stampe. I toreadors erano contenti della sua morte, perché in ogni corrida egli si esibiva in tutti quei virtuosismi che per essi erano quasi sempre impossibili. Tutti seguivano sotto la pioggia il suo carro e c’erano 146 toreadors intorno a lui al cimitero quando fu posto nella tomba accanto a quella di Joselito. Dopo il funerale ognuno se ne andò al caffè sotto la pioggia, e tutti compravano le fotografie di Manuel e se le arrotolavano in tasca.