domenica 2 gennaio 2011

Charles Bukowski

Un piccolo omaggio a quel "vecchio sporcaccione" di Charles Bukowski, pur consapevole della difficoltà di apprezzarlo appieno in tale sede, ovvero non con la classica lettura instancabile, lunga e appassionante, qual'è quella richiesta dai suoi "raccontacci" e dalle sue poesie (fortunatamente recitate da lui stesso).

[...] Andò a versarsi uno scotch con acqua, lo portò in camera da letto, si tolse la camicia, i calzoni, le scarpe e le calze. Rimase in mutande e andò a letto con il drink. Era mezzogiorno meno un quarto. Niente ambizione, niente talento, niente opportunità. Solo la fortuna gli aveva impedito di finire in strada, ma la fortuna non durava in eterno. Vuotò il bicchiere e si stirò. Prese L'uomo in rivolta di Camus e ne lesse qualche pagina. Camus parlava di angoscia, di terrore e dell'infelicità della condizione umana, ma ne parlava in modo così sereno e fiorito...il suo linguaggio era tale da dare l'impressione che niente sarebbe mai riuscito a scalfire nè lui nè il suo stile. In altre parole, era lo stesso che se tutto fosse andato nel migliore dei modi. Il suo modo di scrivere era quello di un uomo che aveva appena finito di mangiare una grossa bistecca, con contorno di insalata e di patate fritte, accompagnandola con una bottiglia di buon vino francese. Forse l'umanità soffriva, ma lui no di sicuro. Molto saggio da parte sua, ma Henry preferiva qualcuno che urlasse quando il mondo andava a fuoco. (da Grida quando stai bruciando, in Musica per organi caldi)



[...] "Cosa c'è che non va nell'amore, Tony?"
"L'amore è una forma di pregiudizio. Si ama quello di cui ha bisogno, quello che ci fa star bene, quello che ci fa comodo. Come fai a dire che ami una persona, quando al mondo ci sono migliaia di persone che potresti amare di più, se solo le incontrassi? Il fatto è che non le incontri."
"D'accordo, comunque si tende sempre al meglio."
"Concesso. Ma dobbiamo renderci conto che l'amore non è che il risultato di un incontro casuale. La gente gli da troppa importanza. Per questo motivo una buona scopata è tutt'altro che da disprezzare."
"Ma anche quella è il risultato di un incontro casuale."
"Quì si che hai ragione. Bevi, ne ordino un altro." (da Colpi a vuoto, in op.cit.)



[...] Seguitai a camminare, girai a destra, poi a sinistra, poi ancora avanti. Non sapevo dove stessi andando. Passai davanti a un locale e c'era uno sulla soglia che mi fa:
"Ehi, volete un lavoro?"
Sbirciai dentro e vidi tante file di uomini, in piedi davanti a banconi di legno, con un martello in mano, che davan martellate a delle robe, come delle conchiglie o delle cozze, e spaccavano il guscio e tiravano fuori il buono, e non so che ci facevano, era buio lì dentro. Era come se quegli uomini colpissero se stessi col martello e buttassero via quel che avanzava di loro. Dissi a quell'uomo:
"No, un lavoro non mi serve."
Passai oltre. Avevo il sole in faccia.
Avevo 74 cents.
Il sole m'andava bene. (da Un'amabile storia d'amore, in Storie di ordinaria follia)

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