L' estetica musicale e la musicologia sono dei settori della filosofia quanto mai sottovalutati. A farmi dire questo non è solo la grande passione che ho per entrambe (musica e filosofia), ma il significato che il fenomeno musicale ha per la nostra esistenza. 'Senza musica la vita sarebbe un errore' scriveva Nietzsche nel "Crepuscolo degli idoli": come dargli torto?
Ma mettiamo da parte la visione romantica della musica per vedere cosa accade oggi. Nello scritto di Theodor Adorno "Il fido maestro sostituto" un capitolo è riservato all'odierno impiego musicale della radio. Per Adorno la tecnicizzazione a cui la musica è costantemente sottoposta se da un lato ne può incrementare le potenzialità espressive dall' altro 'la mette a disposizione di quella ideologia sociale che si richiama al cliente (cioè alla massa degli ascoltatori) per renderla ancora più flessibile alla volontà di dominio e al conformismo che questa sottintende'. La dimensione più autentica dell'esecuzione musicale è e resterà quella dal vivo: soltanto essa mantiene intatta l'enfaticità e l' auraticità propria di una composizione. Con l' auraticità Adorno si rifà alla definizione di Benjamin che lega indissolubilmente il valore di un'opera d'arte al singolo momento e allo spazio circoscritto in cui essa prende forma. Le conseguenze più importanti della tecnicizzazione e dell'ubiquità della musica contemporanea sono da un lato la perdita dell' aura dell'opera d'arte concepita come qualcosa che sconvolge e sta al di sopra della dimensione quotidiana del tempo, e dall' altro la standardizzazione del fenomeno musicale trasformato in una pallida copia di sè stesso ed in un qualsiasi prodotto commerciale.
Un' altra importante conseguenza della musica trasformata in un'industria produttiva è l' eccesso di produzione che può indurre l'ascoltatore alla saturazione. Si tratta dell'altra faccia della medaglia del progresso tecnico: se da un lato tutti noi siamo pronti a lodare la tecnologia che ci consente di avere in meno di un minuto qualsiasi album da noi desiderato, dall'altro non possiamo negare che tutta questa accessibilità, facilità e ingenuità con cui possiamo disporre della musica ne impedisce un ascolto serio e approfondito. La definizione comune della "musica usa&getta" è quanto mai appropriata.
Colpevolizzare la tecnica di tutto ciò sarebbe un comportamento miope oltre che anacronistico. Secondo Adorno 'la standardizzazione ha la sua causa tecnica nel fatto che il prodotto ripartito tra le masse nasce da una fonte che fornisce a tutti la stessa cosa. Ma ciò che nasce da questo, la virtuale standardizzazione della coscienza, dipende a sua volta dal sistema nel cui ambito vengono propagati gli stimoli standardizzati, dipende dalla potenza di dominio che si cela dietro i mezzi di comunicazione, le condizioni d'ascolto e i comportamenti sedimentati di coloro che accettano tutto questo'. L'opera d'arte riprodotta meccanicamente non è soltanto la negazione dell'opera d'arte auratica intesa come oggetto di culto: l'opera d'arte nega sè stessa, perdendo la propria autonomia e diventando un bene di consumo, manipolato, massificato. Spetta a noi, attraverso un recupero sincero dell' arte autentica e vera, guidato dalla filosofia storica dell'arte, restituire alla musica la sua originaria estaticità e la sua autonomia da qualsiasi ideologia e interessi vigenti.
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