lunedì 7 giugno 2010

Marcuse e le nuove forme di controllo

Quotidianamente, sfogliando un giornale o accendendo la tv, veniamo assediati dalle stesse notizie. Siamo letteralmente assuefatti a furia di sentire parlare di crisi economiche e politiche, guerre, disastri ambientali da non farci più caso. Qualche risposta sul perchè di ciò l'ho trovata nel testo di Herbert Marcuse, "L'uomo a una dimensione", che ovviamente vi consiglio.

Per Marcuse la nostra società è irrazionale non soltanto per i mali e le contraddizioni che la pervadono, ma soprattutto per quella subdola, confortevole e democratica "non-libertà" che ci offre. Così scrive Marcuse: 'L'indipendenza del pensiero, l'autonomia e il diritto alla opposizione politica sono private della loro fondamentale funzione critica in una società che pare sempre meglio capace di soddisfare i bisogni degli individui grazie al modo in cui è organizzata'. In questo senso è venuta meno soprattutto la funzione critico-negativa del pensiero filosofico che, lungi dall'essere una cura superficiale delle contraddizioni della società, per la sua essenza deve contestarla, mettendo in evidenza sia i mali che hanno attecchito alle sue radici, sia le possibilità concrete di un suo miglioramento. Secondo Marcuse, le potenzialità offerteci dalla tecnica potrebbero realizzare "uno dei più grandi successi della civilità": liberare l'uomo da ciò che domina su di esso e ne determina l'intera esistenza, ovvero dalla quotidiana lotta economica per la vita, da una politica su cui non ha alcun controllo effettivo, dalla comunicazione e dall'indottrinamento di massa.

Marcuse ammette l'irrealizzabilità di questo progetto ma, se riuscissimo a vedere da un'altra prospettiva la nostra esistenza potremmo renderci conto che la maggior parte dei nostri bisogni e delle nostre aspirazioni sono "falsi". 'I bisogni falsi -scrive Marcuse- sono quelli che vengono sovrimposti all'individuo da parte di interessi sociali particolari cui preme la sua repressione: sono i bisogni che perpetuano la fatica, l'aggressività, la miseria e l'ingiustizia. La maggior parte dei bisogni che oggi prevalgono, il bisogno di rilassarsi, di divertirsi, di comportarsi e di consumare in accordo con gli annunci pubblicitari, di amare e odiare ciò che altri amano e odiano, appartengono a questa categoria di falsi bisogni'. Ma in cosa consistono i bisogni veri?

Per Marcuse sono quei bisogni che l'individuo può scegliere veramente in maniera autonoma, ovvero solo se e quando è libero di decidere. Infatti la caratteristica essenziale della società industriale è il modo con cui riesce a soffocare i bisogni autentici degli individui, mentre nel contempo alimenta e consolida il suo dominio instillando dei modelli e dei bisogni socialmente utili ('il bisogno ossessivo di produrre e consumare fino allo spreco, il bisogno di lavorare sino all'istupidimento, il bisogno di mantenere libertà ingannevoli come la libera concorrenza, una stampa libera che si censura da sola, la scelta libera tra marche e aggeggi vari'). L'individuo è talmente preso dal meccanismo sociale in cui è inserito da non rendersi conto della manipolazione a cui è sottoposto; egli è in completa mimesi con la sua società e perde così l'unica possibilità di opporsi a ciò che lo sovrasta, ovvero il pensiero, la dimensione "interiore" della mente.

Questo pensiero a una dimensione è ovviamente portato avanti con ogni sforzo dai politici e dai potenti, gli stessi che danno il lavoro e che "informano" il popolo attraverso i mass-media, col preciso scopo di far sembrare qualsiasi ostacolo passeggero, di darle l'impressione che tutto può cambiare quando invece niente deve cambiare. I mezzi per controllare e per contenere le forze della società che potrebbero ribellarsi sono, come abbiamo già detto, i bisogni e le aspirazioni degli individui. Più la società industriale riesce a far proprie la scienza e la tecnologia tanto più questa sarà in grado di sfruttare l'uomo e le risorse della natura per i suoi scopi. E quando la dominazione assume 'le sembianze dell'opulenza e della libertà essa si estende a tutte le sfere dell'esistenza privata e pubblica, assorbendo in sè ogni alternativa'.

Concludo citando il soggetto individuato da Marcuse per fare da traino per il superamento di questa società a una dimensione, ovvero ciò che sta 'al di sotto della base popolare conservatrice: il sostrato dei reietti e degli stranieri, degli sfruttati e dei perseguitati, dei disoccupati e degli inabili. La loro presenza prova quanto sia immediato il bisogno di porre fine a condizioni ed istituzioni intollerabili. La loro opposizione colpisce il sistema dal di fuori; è una forza elementare che viola le regole del gioco, e così facendo mostra che è un gioco truccato. Il fatto che essi incomincino a rifiutare di prendere parte al gioco può segnare l'inizio della fine di un periodo'.

1 commento:

  1. il sostrato è già in opera, speriamo che non venga assorbito e industrializzato per essere così consumato e quindi annullato.

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