mercoledì 15 dicembre 2010

Pasolini e i politicanti

Le vicende (o meglio le vicissitudini) politiche di questi ultimi giorni impongono una breve riflessione. Non si può restare indifferenti o inermi di fronte alla marea di palle che siamo costretti a sopportare quotidianamente. E non voglio qui ricreare il solito predicozzo che mentre la gente non arriva a fine mese questi pensano al loro tornaconto, a gridarsi insulti di ogni tipo nei beceri talk show (che noi, sadicamente, guardiamo intontiti e assuefatti), a vendersi l'un l'altro dopo "profonde riflessioni ideologiche e pensando al bene degli italiani". E' troppo facile fare un discorso del genere adesso: bisognerebbe farlo quando verranno a chiedere i nostri voti, a prometterti un lavoro, un futuro ecc ecc. Per quanto mi riguarda, pur di non dover pietire un posticino a qualcuno di questi figuri preferirei morire di fame. In ogni caso, vi lascio con una riflessione di Pier Paolo Pasolini, pensatore tanto fine quanto bistrattato ed ignorato dal suo Paese, oggi più che mai. Il brano propostovi è tratto da "Lettere luterane", raccolta di saggi che Pasolini scrisse nel 1975, suo ultimo anno di vita.

"[...] I potenti democristiani che in questi anni hanno detenuto il potere, dovrebbero andarsene, sparire, per non dire di peggio.
Invece non solo restano al potere, ma parlano. Ora è la loro lingua che è la pietra dello scandalo. Infatti ogni volta che aprono bocca, essi, per insincerità, per colpevolezza, per paura, per furberia, non fanno altro che mentire. La loro lingua è la lingua della menzogna. E poichè la loro cultura è una putrefatta cultura forense e accademica, mostruosamente mescolata con la cultura tecnologica, in concreto la loro lingua è pura teratologia. Non la si può ascoltare. Bisogna tapparsi le orecchie.
Il primo dovere degli intellettuali, oggi, sarebbe quello di insegnare alla gente a non ascoltare le mostruosità linguistiche dei potenti democristiani, a urlare, a ogni loro parola, di ribrezzo e di condanna. In altre parole, il dovere degli intellettuali sarebbe quello di rintuzzare tutte le menzogne che attraverso la stampa e soprattutto la televisione inondano e soffocano quel corpo del resto inerte che è l'Italia.
Invece, quasi tutti gli intellettuali all'opposizione accettano sostanzialmente quello che accettano i potenti democristiani. Essi non sono affatto scandalizzati dalla mostruosità della lingua dei potenti democristiani".

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