Per Liberareggio.org
Lo spettacolo che i nostri rappresentanti comunali stanno offrendo a noi e a tutta l’Italia non è qualcosa di cui andare fieri. Non credo nemmeno che si possa definire come una “normale dialettica politica” (usando le parole di Raffa), anche se l’esempio del governo nazionale forse è anche peggiore in quanto a cialtroneria e confusione. La ragione di questo mio intervento non è quella di ricostruire nel dettaglio lo sviluppo delle vicende: non ne uscirei vivo.
Tuttavia qualche considerazione generale deve essere fatta. Quantomeno per sensibilizzare il dibattito sulle vicende comunali ed evitare che continui ad avere le attuali caratteristiche della rissa da bar o del pettegolezzo. L’unico risultato del fiume di polemiche, documenti firmati in calce, comunicati stampa, interviste e smentite a cui stiamo assistendo da settimane è stato l’oscuramento dei gravi problemi della comunità (su tutti l’entità del debito delle casse comunali). Attività in cui i nostri rappresentanti eccellono, forti del loro “politichese” e della compiacenza, o del comprensibile timore, dei giornalisti locali.
L’impressione che ho avuto fin dall’inizio delle polemiche è stata quella del “quando il gatto non c’è, i topi ballano”: ovvero che si trattasse di una squallida lotta tra gli assessori per mantenere il proprio status o, se possibile, ritagliarsi ancor più spazio e privilegio prima che l’impero scopellitiano (alias “modello Reggio”) crollasse. Evidentemente una possibile reazione di Raffa non doveva spaventare gli assessori che, anzi, sentendosi più forti di lui, di fronte alle sue prime decisioni sfavorevoli, hanno reagito col famoso documento firmato dai 30 “compagneros della rivolucìon”. Da allora le cose sono precipitate, Raffa annuncia le dimissioni, poi le fa rientrare a patto di poter azzerare la giunta comunale e propone un nuovo team di assessori tra cui figura Irene Pivetti, della quale, con tutto il rispetto, non ho capito cosa centri con Reggio e di cosa dovrebbe occuparsi.
A più riprese ho sentito definire ciò che stava accadendo come “commedia”, “farsa” o “tragedia”: ma tutti, compreso il sottoscritto, eravamo convinti che la querelle sarebbe in qualche modo rientrata pur di scongiurare l’ombra del commissariamento. Ma stamattina, a rendere ancor più torbida e complessa la vicenda è arrivata allo stesso sindaco Raffa un’intimidazione, una busta con delle munizioni. Ovvero, un esplicito invito a rivedere le sue convinzioni e posizioni. Cosa ha generato la reazione della malavita reggina? Quali interessi sono stati toccati? Col gesto di stamattina si voleva forse convincere “con le cattive” Raffa a ritornare sui suoi passi, pur di scongiurare il commissariamento?
Ma siamo qui sconfinati nel campo delle ipotesi e delle congetture. Per questo è meglio aspettare che la magistratura riesca a fare un po’ di luce nel buio più totale che attanaglia Palazzo San Giorgio. Questo non vuol dire però fregarsene e aspettare che la questione si risolva: per quanto ci è possibile rientra nei nostri interessi informarci seriamente e vigilare su quanto sta succedendo nella nostra città. Il mare e l’ombrellone possono anche aspettare: troviamo un modo per manifestare la nostra preoccupazione e per invocare chiarezza ai protagonisti di questa squallida vicenda. "La Polis, propriamente, non è la città stato in quanto entità fisica ma una forma di organizzazione nella quale ogni membro partecipa all'azione e al discorso comunitari, la cui collocazione più autentica è fra persone che vivono insieme a tale scopo" scriveva Hannah Arendt: dimostriamo che Reggio non dorme e che, soprattutto, non si merita quanto si sta verificando.
Con tutti questi commenti, communicati e communicazione cercano solo di creare una tale confusione da non capire più niente, anzi di non voler proprio ascoltare.
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